La chiamano l’isola dei fuochi o del vetro ed è una destinazione davvero imperdibile: Murano è un’isola che si trova a nord-est di Venezia ed è formata da 7 piccoli atolli che sono collegati fra loro grazie a diversi ponti. L’isola è conosciuta in tutto il mondo per l’attività che si svolge da diversi secoli della produzione e della lavorazione del vetro. La sua fama aumentò quando fu deciso di trasferire le fornaci da Venezia a Murano, secondo alcuni anche per non permettere ai mastri vetrai di portare al di fuori del territorio veneziano la loro arte.
Preparatevi a un’esperienza ricca di meraviglia, sorprese e segreti millenari. Potrete sbizzarrirvi a comprare qualsiasi oggetto tra bicchieri, lampadari, coppe e vasi nei piccoli negozietti locali: un modo per regalarvi un souvenir personale e per conoscere un’arte che si tramanda di generazione in generazione. Murano è poi un luogo ricco di dettagli architettonici e di cultura. Scoprirete chiese, palazzi e anche musei.
Il meglio di quello che potrete trovare sarà visitabile con una crociera Costa.
- Museo del Vetro di Murano
- Mastri vetrai al lavoro
- Duomo di Murano
- Chiesa di San Pietro Martire
- Chiesa di Santa Maria degli Angeli
- Campo San Stefano
- Palazzo da Mula
- Faro di Murano
- Le due colonne
Museo del Vetro di Murano
La prima tappa che non potete perdervi sull’isola di Murano è sicuramente il Museo del Vetro: qui troverete esposti più di 4 mila oggetti fra calici, manufatti fenici, calici, lenti e specchi. Il museo nacque nel 1862, grazie alla collaborazione dell’allora primo cittadino di Murano, Antonio Colleoni, e di Vincenzo Zanetti, abate, e appassionato dell’arte vetraria. L’idea originaria fu quella di creare principalmente un archivio sulla vita e sulle tradizioni dell’isola.
Successivamente il progetto del museo ebbe il sopravvento grazie anche a una serie di donazioni di vetri antichi o di oggetti più moderni da parte delle fornaci di Murano che nella seconda metà dell’Ottocento iniziarono a lavorare con sempre maggiore intensità. Per rendere il tutto ancora più completo l’abate Zanetti creò una scuola dove i vetrai potessero studiare e i loro prodotti potessero rimanere conservati.
Un altro passo in avanti ci fu a partire dal 1932 quando il museo entrò a far parte del patrimonio della città di Venezia. Questo permise di arricchire la collezione con pezzi provenienti da altri musei civici e di acquisire anche vetri provenienti da numerosi scavi. Allo stesso tempo le donazioni continue hanno incrementato il valore e la quantità degli oggetti esposti nelle collezioni.
Mastri vetrai al lavoro
Un tour tra i maestri vetrai è d’obbligo a Murano. Fu il doge a decidere nel 1291 di trasferire tutti i vetrai sull’isola anche al fine di prevenire i numerosi incendi che falcidiavano Venezia. La lavorazione del vetro è frutto di una “magia”: nasce dalla fusione a circa 1200 gradi della sabbia silicia insieme ad altre sostanze chimiche con proprietà fondenti. Si ottiene un bolo, magma incandescente e malleabile che viene raccolto con una canna da soffio affusolata che serve a dare la forma desiderata.
Alla fornace lavorano una vera e propria squadra che è spesso formata dal maestro vetraio, coadiuvato dal primo aiutante (servente) e dal secondo (il serventino) che hanno solitamente il compito di lavorare la massa vetrosa perché raggiunga la forma desiderata. A questi si aggiungono anche il garzone e il forcellante che ha il delicato compito di rimettere nel forno ogni oggetto perché si amalgami e si raffreddi. Ogni maestro vetraio ha un’abilità particolare, chi nei lampadari, chi nei vasi, chi nelle sculture.
Di solito la loro storia è iniziata a 10 o 12 anni come garzoni e hanno fatto loro l’incandescenza del vetro e un percorso fatto di conoscenza dei materiali, rigore, tradizioni e anche una buona dose di creatività. Un tempo i forni per la fusione erano composti da tre piani (riscaldamento, fusione e raffreddamento dei manufatti). Oggi i forni sono a gas e hanno al loro interno una vasca che può contenere fino a 700 chili di vetro pronto per la lavorazione e fino a tre forni per il raffreddamento. Tutte informazioni che potrete conoscere dal vivo con una visita guidata.
Duomo di Murano
Vi troverete di fronte a uno dei massimi esempi di stile-veneto bizantino dell’intero territorio. I primi progetti dell’edificio vengono fatti risalire al 700, ma è intorno al XII secolo che il duomo ha assunto la forma attuale. Già dedicata a Santa Maria fu intitolato anche a San Donato, il cui corpo è stato traslato a Murano nel 1125. La leggenda che lo riguarda racconta che il Santo era stato capace di combattere e sconfiggere un drago che divorava gli abitanti della regione. Dietro l’altare sono esposte delle ossa di balena che sono state spacciate per quelle del mostro battuto da San Donato, vescovo di Evorea.
Caratteristica saliente della chiesa è il raffinato abside, accompagnato da due file di archi bizantini. Alcune coppie di colonnine marmoree che sorreggono dei capitelli in pietra d’Istria. La facciata, rivolta verso ovest, è in stile ravennate. L’interno è a croce latina con un tetto ligneo e tre navate divise da cinque colonne di marmo greco che sorreggono capitelli in stile veneto-bizantino. Da ammirare un mosaico su sfondo dorato che rappresenta una Madonna che prega, e che risale al 1100.
Chiesa di San Pietro Martire
Si tratta di una chiesa che ha alle spalle una lunga storia, che risale al XIV secolo quando fu edificata dai padri domenicani e dedicata a San Giovanni Battista. Un tremendo incendio la rase al suolo e fu ricostruita nel 1511. Attualmente è una delle due parrocchie presenti nell’Isola di Murano. È particolarmente frequentata dai turisti per le opere d’arte che ospita. Tra le tante ci sono due opere di Giovanni Bellini. La facciata è divisa in tre parti e un raffinato portale del 1500 la ricollega alla corrente rinascimentale. Sulla parte sinistra spicca l’imponente campanile, costruito alla fine del XV secolo.
L’interno è a tre navate che sono divise da due serie di grosse colonne. Oltre all’altare maggiore e ad altri altari di due cappelle, sono presenti sei altari minori, tre per navata. Da ammirare è la cappella della famiglia Ballarin che fu dedicata a San Maria e San Giuseppe.
Chiesa di Santa Maria degli Angeli
Campo San Stefano
Palazzo da Mula
Faro di Murano
L’attuale faro è stato costruito nel 1930, è in pietra ed è alimentato dall’energia elettrica. La sua importanza rimane vitale perché la sua luce aiuta le navi a entrare nella Laguna di notte. Il suo antenato fu costruito dai Romani: era una costruzione in legno e illuminava la zona attraverso un gioco di specchi. Durante il giorno fungeva da vedetta. Nella sua storia sono stati tanti i cambiamenti per quel che riguarda l’illuminazione. In un primo periodo fu ad olio, poi a gas.
La costruzione attuale è molto semplice ed è composta da una torre cilindrica con tre fasce nere, abbellita con due bassorilievi che raffigurano la Madonna. Uno si trova nella porta d’entrata e il secondo sulla base del faro. La cupola superiore è costruita interamente in vetro.
Le due colonne
La vostra visita a Murano avrà come cornice anche due particolari colonne. La prima è la Colonna Romana che accoglie il visitatore appena arrivato sull’Isola. Anticamente si trovava nel Rio dei Vetrai e sembra sostenesse la statua del doge Domenico Contarini, molto popolare perché aveva concesso la possibilità di coniare delle antiche monete d’oro, le oselle. La Colonna deve la sua fama a Galileo Galilei che al prese come punto di riferimento per dimostrare quello che si vedeva dal Campanile di San Marco con il cannocchiale, la sua ultima invenzione.
La Colonna del Bando si trova, invece, nei pressi del ponte de Mezo: qui il messo era solito posizionarsi per leggere le ordinanze e anche le condanne che erano state emesse dal Doge. Tra le caratteristiche della colonna la presenza del leone di San Marco posto sulla cima.