- La Storia
- La Creta Minoica
- Gli scavi archeologici
- Gli affreschi di Cnosso
- Il Mito del Labirinto
- Il Museo Archeologico
- Scopri l'isola di Creta
Palazzo di Cnosso
La Storia
Il palazzo di Cnosso svetta sulle alture di Kefala, a circa 5 chilometri dalla capitale dell’Isola di Creta, Iraklio. Si crede che gli antichi greci abbiano scelto questa posizione per la vicinanza al monte Ida, considerato sacro. Rappresenta il più grande dei palazzi minoici e non era solo un centro religioso, ma anche il motore amministrativo, politico ed economico dell’Isola. Fu costruito sulle rovine di un edificio costruito intorno al 2000 a.C. e molto probabilmente fu distrutto da un terremoto nel 1628 a.C, causato da una terribile eruzione vulcanica sull’isola di Santorini.
Il complesso occupava un’area di oltre 20 mila metri quadrati e ospitava gli alloggi del re e della regina, dei funzionari amministrativi, oltre a sale per i ricevimenti e per il culto. Si stima ci fossero 1300 stanze suddivise in 5 piani, oltre a un grande cortile centrale dove si esibivano i ginnasti. Particolarmente famosi sono i bagni della regina, che disponevano di acqua calda ed erano dotate di canalizzazioni sotterranee. Durante la visita si potranno vedere anche le maestose scalinate e la sala del trono.
La Creta Minoica
Gli scavi archeologici
Gli affreschi di Cnosso
Il Mito del Labirinto
La struttura del palazzo di Cnosso era così complessa che diversi studiosi la collegarono al famoso mito greco del labirinto. Si narra che il re di Creta, Minosse, avesse chiesto a Poseidone un toro per poterlo poi sacrificare al dio stesso. Ricevuto un esemplare bianco, maestoso e bellissimo, il sovrano decise di tenerlo e di sacrificare un comune esemplare. Poseidone, adiratosi, fece innamorare follemente del toro bianco Pasifae, la moglie di Minosse.
Da questa unione nacque il Minotauro, una creatura mostruosa e violenta. Minosse per tenerlo a bada fece costruire un labirinto a Dedalo insieme al figlio Icaro. Una volta terminato questo intricato gioco di strade e gallerie, loro stessi ne rimasero prigionieri. Riuscirono a uscirne, volando, per mezzo delle ali che Dedalo aveva incollato alle loro spalle con della cera.