Palermo si sta affermando come una delle mete turistiche più in crescita d'Europa: negli ultimi due anni le presenze hanno visto un notevole incremento, con le località costiere limitrofe quasi sempre sold out. Il capoluogo è il cuore della Sicilia, un antico villaggio di 2700 anni fa in cui sono transitate popolazioni e culture molto diverse: fenici, greci, romani, bizantini, arabi, normanni, aragonesi hanno lasciato tracce che si sono stratificate nei secoli formando un mix di tradizioni uniche. Oltre alle incomparabili bellezze artistiche e architettoniche, Palermo si vive in strada e sul mare, a contatto con il suo popolo accogliente. Ecco tre suggerimenti da seguire per cogliere l'essenza della città, dedicati a chi ama perdersi tra le tradizioni del luogo, a chi ama gustare le prelibatezze locali o a chi semplicemente vuole lasciarsi incantare dal mare.
Mercato doc
Uno dei modi migliori per visitare la città è perdersi nei mercati del centro, un'immersione nel "caos creativo" tipicamente mediterraneo. Se i più famosi Vucciria e Ballarò rischiano di essere ormai un po' troppo turistici, la Palermo più verace è quella che si incontra al Mercato del Capo. Lo frequentano i palermitani della zona del Tribunale, un dedalo di bancarelle che rivela le radici arabe della città: spezie esposte con cura, piramidi di frutta, incantatori di clienti che abbanniano (urlano) motti e battute, capperi succosissimi, tonni e pesce spada che campeggiano ovunque e la migliore frutta secca del mondo. Da non farsi sfuggire un cartoccio di cardi fritti al momento.
Cibo di strada
Quella siciliana è la cucina forse più varia e complessa d'Italia, anche qui grazie al miscuglio di tradizioni molto diverse. Le esperienze più forti si possono provare presso i piccoli locali popolari del centro. L'istituzione per eccellenza è l'Antica Focacceria San Francesco (via Paternostro 58 e via Cavour 133); nata nel 1834, è ormai un luogo gourmet che ha aperto succursali in altre città italiane: qui uno street chef compone a raffica pani ca' meusa (panino al sesamo con ricotta fresca, fettine di milza e polmone), mentre dalla vecchissima cucina in ghisa arrivano fritti, arancini, pasta alla Norma e mattonelle di sfincione (una saporitissima pizza alle acciughe senza mozzarella) dalle dimensioni impressionanti. Un altro luogo 'sacro' è Franco u Vastiddaru (via Vittorio Emanuele 102), uno dei posti migliori per panelle, crocchette e i fritti in generale, ma dove anche la caponata è considerata fra le migliori della città. Ottimi indirizzi sono__ Al Gelatone__ (via dell'Autonomia Siciliana 96/98) dove assaggiare gusti insoliti, addirittura salati, la Pasticceria Cappello (via Garzilli 10, via Colonna Rotta 68) maestri nella combinazione di gusti differenti e da __Ciccio Adelfio __(corso dei Mille 73), con i suoi 79 gusti da abbinare alla brioche.
Mare e trekking
Per vivere il mare da palermitani doc basta andare a Mondello (una decina di km a nord del centro), dove sembra di stare sul litorale caraibico: acque turchesi, sabbia bianca, due colline verdi con la spiaggia ai lati, e sullo sfondo le ville liberty della borghesia siciliana. Una delle spiagge più belle della costa nord si trova a Cefalù, un luogo che sembra fatto apposta per imprimere ricordi indelebili a chi ci passa: un tuffo in acque limpide, un tramonto color argilla dalla scalinata del duomo arabo-normanno, una cena nei vicoli a base di pasta alla Norma. A ovest di Palermo è imperdibile la Riserva dello Zingaro, fra le cittadine di Scopello e di San Vito Lo Capo, uno dei parchi più paradisiaci di tutto il Mediterraneo. Un percorso di 7 chilometri lungo la costa, con le falesie da una parte e l'azzurro del mare dall'altra, in cui alternare trekking e nuotate. E la sera, piatti di pesce su una terrazza di Scopello, a strapiombo sui faraglioni. È l'essenza della Sicilia.